sabato 2 febbraio 2008

Dea dell'amore






Maestosa ti innalzi
alzando la testa
e scuotendo i lunghi
capelli.

Anche la fiera belva
al tuo cospetto ti
guarda curiosa ed
osserva l'ignuda
fanciulla che la sua
strada sbarra.

Nei tuoi occhi velata
leggera lussuria, che tinta
al piacere trastulla
l'ardore che in belva cela,
desiderando saggiare i fieri
artigli sulla sua pelle, ti
mostri vicina da far sentire
il profumo.

Tenta la belva di fuggire
a tanto ardire,
Chi sei dunque tu o
figlia del fuoco
da sprangar
il mio passo?
Qual'è la ragione di
tal serraglio?

Chi si nasconde dietro
tanto coraggio e desiderio
da voler consacrare la sua
vita stessa,
tu cerchi forse il supremo
piacere o solo l'istinto
del tuo sesso te lo chiede?

Nulla di tutto questo
ella risponde,
voglio solo ascoltar
il richiamo del tempo,
assaporare il limite
delle sensazioni e condensarne
il sapore.

Sentire il piacere del
proibito, toccarne l'essenza
nel tempo e nello spazio
e su di te seguirne i contorni,
su questa sensazione perdermi
e morire oltre il godere estremo.

Adesso non alza lo sguardo
più la belva e non osa profanar
promessa, ciò che ha incontrato
è la dea stessa dell'amore e
su di essa ogni
forza non ha valore.


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