lunedì 17 marzo 2008

GUARDANDO ME STESSO




Immobile nel silenzio
tacendo anche il respiro,
per non guastar il momento
e sentire l'emozione
crescere, per capire e
leggere me stesso.

Viaggia leggera la memoria
in reconditi pensieri che
stanchi navigano nel buio,
sospiri lievi agitano
nel mio petto e cullano
gli arditi ricordi di magici
momenti.

Chiudo le palpebre per vedere
meglio con gli occhi della mente,
sentire il sapore che lentamente
volge alla mia bocca, ma quel che
sento è strano, un sapore amaro
che fa trasalir l'anima.

Quel gusto che di peccato forma
ed insana la mia mente al suo
ricordo, che ha viaggiato
nei confini della mia anima
e su quel luogo fondato la
sua dimora.

Amaro il sentimento che lo
sprigiona e sincero il tormento
del suo pianto, rimango stupito
e senza parole per quell'odio
risvegliato che non ho cacciato
nell'infero cresciuto.

Adesso non è tardi ancora per farlo,
non riesco a cambiare le ragioni
ma capire meglio me stesso
per dare forza al mio domani.

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